Verdicchio
Verdicchio ... l'uva principale delle Marche
Il vitigno autoctono più importante delle Marche, il verdicchio, è presente fin dal 8° secolo d.C., ed è coltivato in 2 zone, ovvero Castelli di Jesi (provincia di Ancona), e Matellica (provincia di Macerata). L’uva è imparentato con il trebbiano Soave e il trebbiano di Lugana. Nonostante la parentela ci sono forti differenze, sopratutto al naso. L’uva prende il suo nome dal colore ancora verde all’inizio della vendemmia. Verdicchio di Matelica è solitamente un po’ più strutturato.
La superficie coltivata è di circa 2500 ettari, corrispendenti a 180000 hl di vino.
Oltre che per produrre un vino fermo, l’uva verdicchio pùo essere utilizzata anche per i passiti, ma sopratutto per la produzione di spumanti di alta qualità, sia con il Metodo Classico che con il Metodo Charmat.
Il Classico e il Classico Superiore riceve la denominazione DOC, mentre la riserva di entrambe le zone riceve la denominazione DOCG. Staffolo, Cupramontana e Montecarotto sono le zone più prestigiose per il verdicchio dei Castelli di Jesi. Quando l’uva viene coltivata fuori dalla sua zona d’origine, tende a perdere vigore. Una della proprietà più importanti del verdicchio, è la sua lunga conservabilità, sia affinato in acciaio che in legno.
Al naso un verdicchio è floreale, minerale e sopratutto fruttato con profumi di pesca, pera, mela gialla e mandorla. Per la sua intensità, struttura, freschezza e lungo retrogusto, le applicazioni del vino sono versatili. Il verdicchio si abbina bene con pesce, crostacei, carni bianc e risotto a base di pesce.